Abbiamo chiesto ai nostri autori di scrivere una poesia con la Zucca. Che non si trattasse solamente di un invito ad utilizzare l’ingegno è stato subito compreso, la nostra community è sempre viva e talentuosa.

Ci premeva valorizzare e far riflettere sulla bellezza dell’autunno e sulla ricorrenza di Halloween, in uno qualsiasi dei seguenti aspetti: la bellezza della natura che si rinnova, il fascino di halloween, delle streghe, del gotico, del concetto di paura. Ebbene non siamo stati delusi.

L’iniziativa parte da un’idea di Clara Elisa Florita, autrice di Artecentrismo.

Il tema ha riscosso successo e colorato la settimana recente.

foto di Christian Papagni – modella: Valeria Brevigliero

Sei il tramonto prima della notte invernale.
Sei l’ultimo quadro variopinto prima del bianco Natale.
Il rosso, il giallo e l’arancione fan da padrone
Siamo pronti per questa stagione
Castagne, zucche e candele
Scheletri e ragnatele.
Halloween è iniziato
ed i dolci accumulato
cantano e recitano per strada i bambini
tutti vestiti da mostri e mostricini.
Una maschera ho indossato in testa
Benvenuti a questa festa!
La lenta fine dell’anno adesso si appresta
La natura farà la siesta
salutando con ricordo
tutto quello che non scordo,
ciò che di brutto ho passato
come foglie invece ho scrollato

Si dà atto di saper condurre dolcemente il lettore per un viale di ricordi fatto di sensazioni variopinte e musicalità.

L’autore si cala perfettamente nei panni di una stagione emblematica, lo fa con la semplicità di un uomo umile che veste abiti poveri. Il fascino autunnale e la spensieratezza della ricorrenza di Halloween si apprezzano nel canto allegro dei bambini, nel colore tracotante degli addobbi, nel rispetto della tradizione. Ma la bellezza riesce a trascendere la ricchezza sensoria per culminare nell’esperienza, nella saggezza e nei ricordi. In una chiusa simbolo di maturità di pensiero, prende forma un gesto comune quanto naturale: “lo scrollarsi di dosso ogni elemento di sofferenza”. La chiave vera dell’autunno forse è proprio questa: il guardare avanti con leggerezza, nella promessa di un futuro che tornerà a rifiorire e nell’attesa di nuova letizia.

Giò – @youpoetize


LUNA PIENA

Uno del mio tipo
uno dei tanti
con gli artigli
sulla tua schiena
al sapore di luna piena
ti incidevo
fino a soffocare
a dimenticare

se vivrai
potrai raccontare
il giorno dei morti
se vivrai
guarderai sempre
le cicatrici nascoste

una del tuo tipo
una delle poche
a non temermi
ti ho raccontato
le sette vite di un uomo
disintegrato
dal dolore atrofizzato

è una condanna
la vita eterna
rinascere al plenilunio
dimenticare
di averti amato
quanto dolore
dovrò ancora darti
prima di vedere
i tuoi occhi sazi
in quali mari e monti
sarò perso
mentre mi supplicherai
di riabbracciarti

in luna calante
la mia condanna:
licantropo

La poesia “Luna piena” presenta l’attitudine a domare un istinto selvaggio e la capacità di sopravvivere a una natura che impone limiti e debolezze, attraversando le virtù che il sentimento offre.
I versi sono un susseguirsi di un dolore ineluttabile per le conseguenze di un destino scritto, dove l’eternità (solitamente ambita) diventa pena, dal momento che viene a mancare un sentimento duraturo e autentico, che si dissolve costantemente all’apparizione di una fase lunare.
In contrasto a una nuova trasformazione che porta via con sé i ricordi più rilevanti, c’è un amore salvifico pronto a farsi infilzare la carne negli artigli pur di farlo sentire amato al culmine delle proprie forze.
Trovo la scrittura tenace e vivida, colorata da passaggi intensi e genuini.

Aurora Felici @aurora_poetessa


STREGA

Non ho più quelle guance di rosa,
né fecondo tondeggia il mio ventre,
la mia mano, incallita e nodosa,
al bastone si regge, tremante.

Grigi e spenti ormai sono i capelli,
son velati dal tempo i miei occhi,
vivo sola coi miei trovatelli:
gatti neri, cornacchie, ranocchi.

In paese mi chiamano strega,
quella mangia i bambini!, si dice,
fossi nata in tempi remoti,
sarei morta coperta di pece.

Fate i bravi o lo dico alla vecchia!,
dici ai figli che li porto via,
poi arriva il dì d’Ognissanti,
li travesti, beffarda ironia!

E mi chiedo, di cosa hai timore?
Che t’infonda veleno nel cuore?
Che trasformi il tuo corpo a misura
di un insetto che provoca orrore?

Non esiste malocchio o magia,
d’ignoranza è figlia paura
ed inoltre d’inconscio sapere
che io son la tua imago futura.

Strega” è una vera piccola opera d’arte, una poesia scritta magnificamente che lega parole a temi importanti.
Partendo dalle credenze popolari ci accompagna in un percorso tortuoso che passa attraverso l’ignoranza per volgere alla consapevolezza che quella verità che per una vita cerchiamo di nascondere a noi stessi esce allo scoperto proprio nel guardarsi riflessi in uno specchio.
È difficile affrontare la naturale paura di invecchiare, e di farlo nella solitudine, perché ci vuole un coraggio libero da pregiudizi e sostenuto da quell’intelligenza emotiva che spesso è latitante.

Clara Elisa Florita @laelipensierieparole

Scrivi una poesia con la Zucca

Un pensiero su “Scrivi una poesia con la Zucca

  • Novembre 3, 2022 alle 6:50 pm
    Permalink

    Grazie infinite,

    Aurora Felici @aurora_poetessa, Giò – @youpoetize, Clara Elisa Florita @laelipensierieparole!

    Sono onorata che “Strega” sia stata accolta da “Artecentrismo”!

    Ringrazio inoltre in particolar modo Laeli per le parole (meravigliose) con cui ha commentato i miei versi.

    Complimenti anche agli autori delle altre due poesie prescelte e complimenti (tanti, tantissimi) a Voi, per l’intenso lavoro di diffusione del potere comunicativo dell’arte in tutte le sue sfaccettature.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *