Noemi Mogliani, svolge la professione di avvocato nel borgo di Recanati, appassionata di viaggi, running e cucina è autrice del romanzo “Somiglianze – Il sogno nel ricordo” presentato ad Arte proEmozione.

Noemi, abituata a mordere la vita e a inseguire le passioni fino a una sana ossessione, impegnandosi molto per ciò in cui crede, ha seguito la vocazione della scrittura e da un episodio di vita vissuta ha dato vita a una storia del tutto nuova. È la storia di Veronica, una ragazza emotiva e sensibile, costretta a crescere prima del tempo. A otto anni viene abbandonata dalla madre, incinta della sorella tanto desiderata. Il padre non è emotivamente presente, tanto che sente un senso di solitudine. È stato molto difficile crescere da sola con la figura, che sarebbe dovuta essere di riferimento, del padre anaffettivo e distaccato. Veronica, vittima di abbandono, ha comunque conservato la speranza di rivedere sua madre, finché nell’età adolescenziale la flebile fiamma di speranza si è spenta ed è piombata nel vuoto senza la presenza fondamentale della madre ad accompagnarla nel percorso di crescita.

Il trauma dell’abbandono prematuro da parte della madre ha pesato sull’interiorità di Veronica, annidandosi nelle segrete dell’animo. Questo isolamento è stato colmato temporaneamente da Giulio, un uomo che incarna la figura del principe azzurro che tutte le bambine sognano. Dopo sei anni, improvvisamente lo lascia, lo caccia di casa e impedisce di fargli passare del tempo con le loro tre bambine, riversando in lui tutte le frustrazioni personali e professionali. Giulio è stato la colonna portante della sua vita, ma da quelli che erano proprio i suoi pregi, come ad esempio il senso di protezione, lei si sente soffocata. Il suo essere una presenza ingombrante, un padre modello, un amante modello destabilizzano Veronica, che si sente spaesata ad avere la presenza che non ha mai avuto e pensa di potercela fare da sola. Rincorre la chimera della superdonna e si convince che non è importante la presenza del padre per le loro figlie, un paradosso dettato dalle sue insicurezze, in quanto la protagonista si era ripromessa di non commettere gli errori dei genitori e di non riversare sulle proprie figlie tutto l’amore che lei non aveva potuto ricevere.

Giulio è deciso a riconquistarla, sicuro che con tenacia e pazienza il sogno del ricongiungimento con la sua amata e con le sue figlie si realizzerà. Non si arrende al fatto che Veronica lo respinga, sicuro che la loro è un’unione eccezionale. Qualcosa nella vita di Veronica cambia, inizierà a ricevere delle lettere anonime e la mancanza del padre per la figlia più grande Maria Luce si farà importante e decisiva. Nella prima parte del romanzo, definita psicologica, vengono analizzate paure, debolezze, fragilità, conflitti interiori e dolore dei personaggi; mentre nella seconda parte il romanzo acquisisce una svolta, un’apertura, entrano in scena le figlie, soprattutto Maria Luce rappresenterà il motore di un viaggio verso la realizzazione del sogno del ritrovamento.
Maria Luce è una bambina molto volitiva, determinata, autonoma e cresce mantenendo queste caratteristiche, decisa a illuminare la vita della mamma, regalandole la possibilità di ribaltare quel destino che sembra segnato.

Per Veronica l’amore è un’illusione. La mamma prima di andarsene le aveva raccontato delle storie d’amore come un fatto che fosse peccaminoso e illusorio. Le aveva trasmesso il messaggio che l’amore eterno non esiste e quindi l’amore prima o poi finisce. Non aveva empatia con la figura maschile del padre e seguendo le orme dei genitori allontana il suo compagno. Nonostante questo riesce a vivere appieno l’innamoramento nei confronti di Giulio e in quel momento le sembra di poter smentire il messaggio che le aveva lasciato la madre prima di abbandonarla alla soglia dell’adolescenza. A un tratto Veronica si è sentita di dare ragione alle parole della madre, quando al tempo l’aveva avvisata.

Nonostante ciò, c’è un percorso attraverso il quale scopre invece che l’amore è un elemento potente nella propria vita, è esclusivo, sano e pieno.

Nel corso della storia ci sono molti colpi di scena e il finale è tinteggiato di giallo, facendo rimanere il lettore con il fiato sospeso. Nel romanzo è inserita anche una poesia sull’amore incondizionato. Il libro arriva fino al 2037, anno in cui Maria Luce e le sorelle Lucrezia e Celeste diventano adulte, così da mettere in luce il contrasto del rapporto genitoriale. Nasce un sodalizio tra Giulio e Maria Luce nella ricerca della verità e nella realizzazione dei sogni, così lei fa di tutto per ritrovare la nonna che non ha mai incontrato, anche se sarà un motivo di attrito e di rimprovero. L’istintività e l’impulsività saranno motivo di critica da parte del padre, perché lui cercherà di evidenziarle la cautela, ovvero che nella vita c’è bisogno anche di riflessione, perché altrimenti facciamo molta fatica a ottenere l’apprezzamento degli altri. Le azioni di Maria Luce, senza filtri, finiranno per influire sulle vite degli altri e potranno anche incrinare degli equilibri che nel tempo si sono costruiti.
L’autrice si sente di veicolare questo messaggio: la vita è dura, i rapporti tra uomini e donne sono molto complessi, tutti abbiamo degli episodi che ci segnano per tutta la vita e tocca a noi cercare di superarli con l’introspezione, ma non bisogna mai rinunciare ai sogni e ai desideri. Cogliendo le occasioni che la vita ci offre e aprendoci all’amore incondizionato qualcosa può sempre accadere, la vita può meravigliarci ancora. Un aspetto molto importante è quello di aprirci a chi ci vuole bene e ci tende la mano. La complicità genuina tra genitori e figli ti salva.

L’autrice Noemi Mogliani fa luce sugli aspetti della genitorialità

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