Gianmarco Parodi, storyteller e writing coach, ha presentato ad Arte proEmozione il romanzo “Non tutti gli alberi”. La sua passione per la scrittura è nata pedalando, in quell’immersione nella natura che cambia lo stile di vita facendoci sentire parte di ciò che ci circonda e facendoci assaporare tutto ciò che ci appare davanti. Il legame con la natura e il territorio è caratteristica di Gianmarco, che nel suo romanzo di formazione pone gli alberi in rilievo come parte integrante del ciclo della vita. Gli alberi diventano una metafora nella vita di Alice, una ragazzina di dieci anni che cresce con la figura di un padre avventuroso, il quale le insegna che dentro la forma degli alberi si nasconde l’essenza degli stessi. Un invito a non fermarsi alle apparenze e andare a leggere con occhi diversi quello che ci circonda, sarà questa la chiave nel percorso in cui si addentrerà Alice alla ricerca del padre.

Le tematiche che arricchiscono il romanzo sono: la genitorialità, il passaggio dall’infanzia all’adolescenza e il superamento dei confini fisici, mentali e filosofici.

Il legame di matrice istruttiva tra Alice e il padre è sempre presente, rimangono connessi tramite i valori distintivi, anche se le strade della vita li portano ad allontanarsi. Non mancano le difficoltà a cui i protagonisti sono sottoposti, che rendono il viaggio significativo. La crescita di Alice denota una vera e propria trasformazione, il passaggio saliente è costituito da un regalo: uno zaino logoro che il padre regalerà alla figlia per il giorno del suo decimo compleanno. Questo oggetto simbolico rappresenta una metafora, infatti le viene lasciato in eredità stipulando la promessa di metterci tutto ciò che ritiene importante per un’avventura. Durante la passeggiata verso la cima di un sentiero di montagna, Alice si rende conto che alcuni oggetti sono futili per il fine a cui sta andando incontro, sono solo un peso per le sue spalle. Alice, affaticata, rimane indietro e si trova costretta a lasciare andare ciò che risulta superfluo, per raggiungere la leggerezza tale da continuare il cammino spensierata e rimanere al passo con il padre. Infatti, prende coraggio e rovescia lo zaino, abbandonando gli oggetti che la ostacolano sul sentiero e liberando la coscienza dal peso del significato.

Come lo stesso Gianmarco afferma:

“Bisognerebbe più lasciarsi andare alle conseguenze che non ai pensieri delle conseguenze, perché la paura più grande è la paura di aver paura ed è quella che ti inchioda”.

Alice decide di intraprendere questo viaggio insieme all’unica persona che avrebbe potuto farlo con lei, ovvero Pino, un ragazzino che ha perso anche lui un pezzo della sua vita ed è l’unico disposto a fuggire di casa per compiere un’impresa folle, senza esitare. Un messaggio che questo romanzo vuole trasmettere è quello di basarsi sulla fiducia:

“ci sono persone che sono in grado di dire di sì all’impronta e non hanno nessun dubbio, perché sono rotte come te e combaciano con le tue stesse speranze”.

Gianmarco è un ottimo lettore e riesce a trasporre nei suoi racconti caratteristiche rilevanti dei classici che gli rimangono nel cuore. Un autore a cui si è molto affezionato è Italo Calvino, da cui ha ripreso tratti de “Il barone rampante” nella sua storia. Inoltre, l’autore ha fondato il collettivo poetico “Vivaio del verso” per radunare e dare voce a tutti i talenti che si affacciano alla poesia nati nel ponente ligure.

Si consiglia la lettura di questo libro a tutti coloro che hanno perso qualcosa, piccoli o grandi che siano, per dare un nuovo ordine alla propria vita, accogliere le novità e disporre i pezzi dove è più giusto che stiano.

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Viaggiare leggeri con uno zaino carico di valori – Non tutti gli alberi
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