Ad Arte proEmozione è stato presentato il romanzo “L’amore soffocato” dall’autrice Palma di Miele divisa tra amore, poesia e impegno civile. Il romanzo tratta di un giallo psicologico che ci offre un intreccio di storie d’amore contrastate e contrastanti da cui emerge l’orrore di un efferato crimine.

“L’amore soffocato” è stato definito dall’autrice un racconto del dolore, dell’amore primordiale che ciascun essere umano ha in dono, della paura, dell’odio, della mancata possibilità di esistere e di esprimere ciò che l’essere può ed è in tutta la sua semplicità: esattamente i sentimenti hanno spinto l’autrice a scrivere e a imprimere i pensieri su carta. Il racconto nasce dalla necessità di esprimere le proprie idee nel bel mezzo della pandemia, dove l’autrice ha sperimentato la paura di non aver più tempo di raccontare al mondo tutto ciò che aveva dentro. Già l’immagine di copertina lascia riflettere, rappresentando un volto che ruota di 180° e che inizia a sdoppiarsi, a essere sia uno che l’altro.

Fino a che punto si può mantenere una maschera? Fino a quando si può continuate a recitare ingannando gli altri e soprattutto sé stessi? Rinunciare alla propria libertà d’essere, soffocando la propria essenza porterebbe a un intollerabile malessere. È proprio questo il percorso conflittuale e sofferto che si trova ad affrontare Ludovico, combattuto inizialmente tra la necessità di continuare la sua vita di apparenze, di agi e di prestigio sociale e il coraggio della verità per poter finalmente dare alla sua esistenza una svolta secondo il senso che intimamente preme.
Tutti i protagonisti del romanzo della Di Miele indossano le proprie maschere e tutti quanti saranno coinvolti e interessati a scoprire la verità su un efferato delitto compiuto a scapito di una donna che nasconde anch’essa più volti: Carol Alberti. Saranno le indagini condotte dell’ispettore Giulia Ravesi a far venire a galla verità e impensabili intrecci tra i vari personaggi.

Si possono scorgere all’interno del romanzo diverse tematiche relative anche al panorama della letteratura più conosciuta: male di vivere, incomunicabilità generazionale, drammi interiori, desiderio di autorealizzazione, rabbia, spersonalizzazione dell’individuo di tutti i tempi, frantumazione dell’Io sveviana e celebralismo pirandelliano. In un’analisi più approfondita viene fuori il dramma esistenziale dei propri sentimenti e della propria interiorità, la donna uccisa Carol ad esempio viene raccontata con lo stile di Virginia Woolf, in una società che pensa a correre e apparire anziché stare a sentire i battiti dell’anima e l’Io che esplode in tutta la sua forza e la sua drammaticità. La maschera a un certo punto implode, non si può nascondere la verità.

Un altro tema di rilievo è quello delle convenzioni sociali e delle implicazioni annesse, spesso si evita di mostrarsi per ciò che si è per il timore del giudizio degli altri. Il libro, inoltre, nasce dalla necessità di azzerare il nascondersi.
L’interiorità viene celata dalla frenesia, dalla circonvenzione, dal cercare di raggiungere la perfezione. Esprimere i propri sentimenti a tutti i costi, è ciò che fa emergere la propria identità. Il libro vuole essere un tributo al riconoscimento dell’umanità in ciascuno di noi, dell’Io che ha il diritto di esprimersi per ciò che è con tutte le sue fragilità, e vuole dare un messaggio di speranza, quello di non celare ciò che pensiamo ritrovando così la nostra libertà.

L’autenticità dell’Io secondo la scrittrice Palma di Miele

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