Mirko Biondini, dottore magistrale in scienze e tecnologie alimentari, ad Arte proEmozione ha presentato un fantasy intitolato “B’ak’tun. I quattro elementi”, nato nel 2011 quando la profezia Maya scosse gli animi e fu un punto interrogativo per il destino dell’umanità. Il b’ak’tun, infatti, rappresenta un ciclo del calendario Maya contrassegnato da una catastrofe planetaria. La data conosciuta da tutti è quella del 21 dicembre 2012, che avrebbe dovuto indicare la fine del mondo oppure una data corrispondente a trasformazioni radicali del mondo stesso.

Il prologo del libro, per cui l’autore si è documentato di buongrado, è ambientato completamente nel periodo classico, che risale all’epoca in cui la civiltà precolombiana emanò la profezia. A quel tempo, infatti, il calendario Maya fu intrinsecamente legato ai riti e fu fondamentale per le pratiche religiose. I Maya, infatti, avrebbero visto la fine del tredicesimo b’ak’tun come un passaggio escatologico e/o apocalittico che avrebbe considerato la fine della nostra civiltà e l’inizio di un nuovo ciclo, di una nuova era.

Dal secondo capitolo in poi, la storia si svolge nel presente del 2012. Il distacco temporale è servito da focus per la vicenda. Il libro, inoltre, risulta suddiviso in quattro parti distinte, che portano alla luce la storia di quattro ragazzi. Il loro destino è legato da eventi soprannaturali, i quali accadono intorno al giorno del loro diciottesimo compleanno. Ognuno dei protagonisti possiede un potere speciale, che fa riferimento a uno dei quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco), dal cui equilibrio dipendeva la vita della specie umana e la sopravvivenza del cosmo. Infatti, la fine del mondo potrà essere scongiurata solo imprigionando le forze della natura note come i quattro elementi, all’interno del bracciale sacro che un uomo misterioso cerca di salvaguardare. L’amicizia va da fare a collante tra i protagonisti con lo svilupparsi della narrazione, tanto da diventare il filo di un legame spirituale.

I quattro elementi sono il fulcro della storia, tanto che lo sviluppo di questi poteri dipenderà da come i protagonisti riusciranno a regolarli e padroneggiarli. Ogni potere coincide con il corrispettivo elemento e con il segno zodiacale che li caratterizza.

“Per scrivere un fantasy c’è bisogno di immaginazione e sperimentazione” sostiene Mirko, il cui stile narrativo è delineato dall’elemento chiave di una fantasia libera e tangibile che gli ha permesso di creare intrecci narrativi, filoni e storie secondarie. Il suo stile lineare cerca di incarnare l’ideale della penna della Rowling, è diretto e capace di interessare il lettore e rendere leggiadra l’esperienza della lettura.

Attendiamo con interesse la pubblicazione del secondo episodio della saga.

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Il romanzo fantasy di Mirko Biondini sulla profezia Maya
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