Napoleone Bonaparte - Alessandro Manzoni - Il 5 Maggio

Il 5 maggio è una data importante nella storia italiana, non solo per l’anniversario della morte di Napoleone Bonaparte, ma anche per l’opera immortale di Alessandro Manzoni, la cui poesia “Il Cinque Maggio” è considerata uno dei capolavori della letteratura italiana.

Nel 1821, Napoleone Bonaparte morì sull’isola di Sant’Elena, dove era stato esiliato dopo la sua sconfitta nella battaglia di Waterloo. La morte del celebre generale francese fu un evento che segnò la fine di un’era e l’inizio di un nuovo capitolo nella storia europea. Napoleone aveva lasciato il segno sulla scena mondiale con le sue conquiste e le sue riforme, e la sua morte rappresentò la fine di un’epoca di grande cambiamento.

Ma la data del 5 maggio è anche importante per un altro motivo: è il giorno in cui Alessandro Manzoni pubblicò per la prima volta la sua ode “Il Cinque Maggio”. Quest’opera è un omaggio a Napoleone, ma anche una riflessione sulla vita e sulla morte, sul destino e sulla fede. La poesia è divisa in due parti, una dedicata alla morte di Napoleone e l’altra alla sua vita e alle sue imprese.

L’opera di Manzoni è stata molto apprezzata per la sua bellezza poetica e per il modo in cui ha saputo catturare l’essenza di Napoleone come figura storica e come uomo. Ma l’importanza dell’ode va oltre la sua qualità artistica: “Il Cinque Maggio” ha rappresentato un momento di grande unità nazionale per l’Italia. In un momento in cui il paese era diviso e in cui si combatteva per l’indipendenza e l’unità, l’opera di Manzoni ha saputo unire gli italiani intorno a un simbolo comune di grandezza e di aspirazioni.

Inoltre, la poesia di Manzoni ha avuto un grande impatto sull’arte italiana. L’opera ha ispirato molti artisti, tra cui il pittore Francesco Hayez, che ha realizzato vari dipinti in cui raffigura il generale francese e persino uno raffigurante la sua morte. La poesia ha anche influenzato la cultura popolare italiana, ispirando canzoni, spettacoli teatrali e film.

In conclusione, il 5 maggio è una data importante per l’Italia e per il mondo, perché celebra non solo la morte di Napoleone Bonaparte, ma anche l’opera immortale di Alessandro Manzoni. “Il Cinque Maggio” rappresenta un simbolo di grande bellezza e di unità nazionale, che ha saputo unire gli italiani intorno a un ideale comune di grandezza e di aspirazioni. La celebrazione di questa data ci ricorda l’importanza dell’arte e della cultura come mezzi di unione e di ispirazione per le generazioni future.

Ei fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,

Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà.

Lui folgorante in solio
Vide il mio genio e tacque;
Quando, con vece assidua,
Cadde, risorse e giacque,
Di mille voci al sonito
Mista la sua non ha:

Vergin di servo encomio
E di codardo oltraggio,
Sorge or commosso al subito
Sparir di tanto raggio:
E scioglie all’urna un cantico
Che forse non morrà.

Dall’Alpi alle Piramidi,
Dal Manzanarre al Reno,
Di quel securo il fulmine
Tenea dietro al baleno;
Scoppiò da Scilla al Tanai,
Dall’uno all’altro mar.

Fu vera gloria? Ai posteri
L’ardua sentenza: nui
Chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
Del creator suo spirito
Più vasta orma stampar.

La procellosa e trepida
Gioia d’un gran disegno,
L’ansia d’un cor che indocile
Serve, pensando al regno;
E il giunge, e tiene un premio
Ch’era follia sperar;

Tutto ei provò: la gloria
Maggior dopo il periglio,
La fuga e la vittoria,
La reggia e il tristo esiglio:
Due volte nella polvere,
Due volte sull’altar.

Ei si nomò: due secoli,
L’un contro l’altro armato,
Sommessi a lui si volsero,
Come aspettando il fato;
Ei fe’ silenzio, ed arbitro
S’assise in mezzo a lor.

E sparve, e i dì nell’ozio
Chiuse in sì breve sponda,
Segno d’immensa invidia
E di pietà profonda,
D’inestinguibil odio
E d’indomato amor.

Come sul capo al naufrago
L’onda s’avvolve e pesa,
L’onda su cui del misero,
Alta pur dianzi e tesa,
Scorrea la vista a scernere
Prode remote invan;

Tal su quell’alma il cumulo
Delle memorie scese!
Oh quante volte ai posteri
Narrar se stesso imprese,
E sull’eterne pagine
Cadde la stanca man!

Oh quante volte, al tacito
Morir d’un giorno inerte,
Chinati i rai fulminei,
Le braccia al sen conserte,
Stette, e dei dì che furono
L’assalse il sovvenir!

E ripensò le mobili
Tende, e i percossi valli,
E il lampo de’ manipoli,
E l’onda dei cavalli,
E il concitato imperio,
E il celere ubbidir.

Ahi! forse a tanto strazio
Cadde lo spirto anelo,
E disperò: ma valida
Venne una man dal cielo,
E in più spirabil aere
Pietosa il trasportò;

E l’avviò, pei floridi
Sentier della speranza,
Ai campi eterni, al premio
Che i desidéri avanza,
Dov’è silenzio e tenebre
La gloria che passò.

Bella Immortal! benefica
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
Chè più superba altezza
Al disonor del Golgota
Giammai non si chinò.

Tu dalle stanche ceneri
Sperdi ogni ria parola:
Il Dio che atterra e suscita,
Che affanna e che consola,
Sulla deserta coltrice
Accanto a lui posò.

Il Cinque Maggio di Alessandro Manzoni: celebrazione di un evento storico

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